Il Tempo nel bicchiere!
Nell’entroterra della regione Lazio, a sud di Roma, c’è una zona collinare, la Ciociaria, habitat ideale per la vite e l’ulivo, coltivati fin dai tempi dell’Impero Romano. In questo territorio le vicende storiche e un microclima particolare, hanno inibito le contaminazioni del patrimonio ampelografico originario, facendo in modo che giungessero a noi varietà di vitigni antichi. È qui che l’Azienda Agricola “Casale della Ioria” ha la sua proprietà, in una zona ricca di boschi, nel cuore della area di produzione della Denominazione di Origine Controllata e Garantita Cesanese del Piglio.
Le vigne di “Casale della Ioria” si trovano a circa 400 metri sul livello del mare immerse tra boschi e uliveti, le piante che le compongono hanno origine da una antica stirpe di cloni che selezionati nel tempo, con la collaborazione di istituzioni scientifiche, diventano i protagonisti delle nuove piantagioni.
Anno dopo anno si sono susseguiti i reimpianti dei nostri vigneti, percorrendo la strada difficile, ma entusiasmante, della salvaguardia delle uve autoctone: Il rosso Cesanese, primo attore nell’azienda, l’estroversa Passerina bianca, e l’ultima arrivata l’Olivella, una uva rossa che giaceva pressoché dimenticata tra le colline del luogo.
Il principio fondante del lavoro svolto in azienda parte dall’idea che un grande vino si produce nel vigneto, per questo coltiviamo le viti con cura e attenzione, utilizzando tecniche a basso impatto ambientale; questi interventi impegnativi sotto il profilo economico e organizzativo ci permettono di vendemmiare a mano uve di altissima qualità che trasformiamo nella cantina aziendale.
Ed è qui che riponiamo il massimo impegno per salvaguardare il grappolo, non sciupando ciò che la natura ha generato: tecniche semplici ma applicate in modo rigoroso, l’abolizione di procedimenti invasivi o che possano far perdere l’originalità alle nostre uve, il tutto per poter proporre vini mai scontati capaci di sorprendere e di entusiasmare i nostri frequentatori.
Tra Anagni e Paliano
L’area che circonda l’azienda Casale della Ioria è ricca di storia e conserva vestigia a partire da tempi pre-romani quando la popolazione degli Ernici costruì cittadelle cinte di grandiose mura ad oggi parzialmente visibili ad Anagni ed Alatri mentre i resti romani sono visibili.
La città di Anagni con il suo abitato medioevale conserva monumenti straordinari. Essa fu la città sacra degli Ernici ,ai tempi dei romani era celebre per il gran numero di santuari e poi divenne la Città dei Papi. Bellissima la cattedrale costruita sui resti di un tempio pagano su quella che era l’antica acropoli della città. Affacciata su un panorama verdissimo è suggestiva con la sua cripta che ospita uno dei più interessanti cicli pittorici del ‘200 a livello europeo. Le cinte murarie risalgono al IV sec. a.C. Le piazze e le stradine medioevali offrono uno sfondo particolare alla vita di tutti giorni degli abitanti.
Passeggiando nel centro storico fatto di edifici eleganti ed austeri, di chiese romaniche, di campanili, di logge e di piazze dall'architettura sobria ed essenziale, troverete ottimi ristoranti e le opere d’arte moderna del celebre artista del 900 Gismondi.
Anagni è nota come la città dei Papi, sia perché ha dato i natali a ben quattro pontefici (Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII) sia per essere stata a lungo residenza e sede papale. In particolare il nome di Anagni è legato alle vicende di papa Bonifacio VIII e all'episodio storico noto come lo schiaffo di Anagni in cui il papa Bonifacio VIII Caetani fu schiaffeggiato dagli emissari del Re di Francia fra cui Sciarra Colonna. Infatti le famiglie dei principi romani che diedero i natali ai papi avevano le grandi proprietà terriere che erano la ricchezza dell’epoca proprio in queste zone, naturalmente adatte alla coltura di oliveti e vigneti.
Da Anagni percorrendo la strada Anagni Paliano immersa nel verde, si arriva a Paliano, la città dei principi Colonna. L’ abitato circondato da bastioni di protezione è dominato da due castelli in alto e in basso posizionati in modo da controllare visivamente la zona circostante. I Colonna ne erano i signori quando con l’avvento di papa Pio IV Carafa nel 1556 essi vennero cacciati e per tre anni il nipote del papa Carafa ne divenne il signore. Egli uccise per gelosia la bellissima moglie Violante d’Alefe. La vicenda rimase famosa, Raffaello Sanzio ritrasse la sfortunata duchessa di Paliano in un celebbre ritratto e Sthendal scrisse un’opera che narra la vicenda. Successivamente Paliano divenne principato dei Colonna, che conservarono il loro potere effettivo fino agli inizi dell’800.